I social, lo dice la parola stessa, servono per socializzare. Gigantesche piazze virtuali dove ognuno può dire la sua, spesso in veste anonima, soprattutto se si vuole insultare o offendere qualcuno.
In sostanza una gigantesca arena del cazzeggio.
In metropolitana, nei treni o sulle panchine dei giardinetti, la gente non legge più i giornali, legge i social. E’ lì che i giovani (e non solo) vanno a istruirsi o a informarsi su ciò che accade nel loro minimondo, ma anche nel mondo reale.
Ma i social sono anche un’enorme vetrina promozionale con cui, su cui, in cui, comunicare qualcosa che vogliamo vendere, proporre, condividere. Sia esso un prodotto, un libro, un disco o altro.
Io stesso utilizzo i social, nello specifico 4 profili Instagram e 3 pagine Facebook, per promuovere l’attività di mia moglie.
Oggi voglio parlarvi del primo di alcuni casi (chiamiamole pure case history) che mi sono balzate agli occhi navigando qua e là proprio sui social. Altri casi seguiranno nei prossimi giorni.
Il primo caso, appunto, riguarda l’ex direttore di RepubblicaMario Calabresi (ne ho già accennato qui) che lasciata la poltrona principale del giornale romano ha deciso di scrivere un libro (non è il suo primo) e di sfruttare la rete e i social per promuoverlo. Mario ha lavorato tanto negli Stati Uniti e conosce molto meglio di ogni altro giornalista italiano le potenzialità della rete.
Ha da tempo un account Twitter (431.000 follower*) che governa alla perfezione e in cui tiene aggiornati lettori e potenziali lettori degli eventi di presentazione del libro, come farebbe un perfetto ufficio stampa.
Recentemente ha anche aperto una pagina Facebook che in poche settimane ha raggiunto i 45000 like, e anche qui informa quotidianamente i suoi seguaci.
Chi pensava che Calabresi andasse in depressione dopo le vicende di Repubblica si dovrà ricredere. Mario è vivo e lotta. E, secondo me, si diverte pure. Molto più di prima, ne sono certo.
* Tutti i dati relativi a follower, like e altro sono aggiornati alla data in cui è stato scritto l’articolo.
Anche quest’anno sono stato allo IAB Forum di Milano. Chiunque si occupi di Web Marketing e New Media non può fare a meno di partecipare a questo evento che, giunto alla decima edizione, è ormai un must per gli addetti ai lavori.
Prima considerazione a caldo: quest’anno c’è meno gente del solito. Per comodità dicono tutti che la colpa è della crisi. Sarà vero? Potrebbe essere cosí, visto che io stesso ho timbrato il badge solo il secondo giorno.
Tra i tanti workshop gratuiti, quest’anno ho deciso di concentrarmi maggiormente su quello dedicato all’email marketing (da adesso EM). E l’ho fatto per due motivi, il primo perché a moderare c’era il mio amico Roberto Ghislandi, vecchia volpe dell’EM e il secondo perché gli argomenti trattati erano quelli più stuzzicanti.
Sono intervenuti Maurizio Alberti, Managing Director eCircle Srl, Nazzareno Gorni, General Manager di MailUp e Gianluca Cangini, Account Manager di MagNews.
Cerco di mettere in fila le cose più importanti emerse durante il workshop e che ho twittato ai miei follower.
Maurizio Alberti presenta i dati di una ricerca sugli utenti di EM da cui emergono questi dati salienti e interessanti.
L’aumento della fidelizzazione è il risultato più atteso da chi fa o ha fatto EM.
Il tool migliore per integrare i dati a nostra disposizione per fare EM è la web analitics.
La raccolta, l’analisi e l’utilizzo dei dati sono le fondamenta della strategia di eCircle sull’utilizzo dell’EM.
Il 46% delle aziende che fanno EM non ha tempo (o non sa come fare) per verificare eventuali risultati ottenuti. Questo dato è particolarmente sorprendente. Aiutiamole!!!
La mancanza di budget e di risorse sono le cause principali che portano le aziende a NON investire.
La cosa più difficile nell’EM è la generazione di contenuti efficaci. Anche qui The content is king.
Anche nell’EM il cloud la fa e la farà da padrone.
Infine, un dato inclemente per chi ha un sito di e-commerce e lo ritiene lo strumento principale del suo business: il 45% degli utenti di un sito di e-commerce abbandona il carrello per molteplici motivi.
Nazzareno Gorni sforna subito un dato esplosivo: in un anno ogni utente internet genera 322 gb di dati sul web.
Ma chiude con un dato preoccupante: solo il 3% degli utenti che arrivano su un sito di e-commerce chiude la sua visita con un acquisto.
Bello e creativo l’intervento di Gianluca Cangini che, infilandosi una giacca d’oro con le pailettes, intavola uno show immaginandosi di essere nel 2021 e di essere l’artefice del successo di un prodotto che si chiama Home Fly e che si occupo di volo domestico.
Concludo riportandovi dei dati di fatto e delle impressioni che ho colto qua e la negli altri workshop nei quali ho curiosato.
Intanto la scoperta dell’acqua calda: gli investimenti pubblicitari fanno acqua da tutte le parti, l’unica barca che regge all’impatto della crisi è quella di internet. Ma occhio agli scogli…
E poi, il video advertising è tra i mezzi che è cresciuto maggiormente nella storia di qualsiasi altro mezzo di pubblicità.
E ancora, l’Italia è tra i leader mondiali nell’utilizzo di smartphone e tablet, e allora perché la banda larga lascia ancora a desiderare?
Lo scopriremo solo vivendo. Anzi, solo navigando.
Qualche curiosità: a differenza degli altri anni ci sono più giovani, ma le cravatte non diminuiscono. Una cosa che valeva anche gli anni scorsi: allo IAB trovare un bagno è un’impresa titanica.
Poi incontro un amico che ha assistito al forum su “Contenuti e informazione” a cui hanno partecipato Gomez del Fatto Quotidiano e Paolo Liguori e proprio quest’ultimo ha avuto il coraggio di dire agli advertiser presenti in sala che Auditel e Audiweb appartengono al passato, sono roba vecchia. Sempre Liguori, ma questa l’ho letta su Twitter (hashtag #IABForum), avrebbe detto la seguente memorabile battuta: “Quando ho saputo della scelta di Lucia Annunziata per la direzione dell’Huffington Post Italia sono scoppiato a ridere”.
Nel frattempo, nell’aula Silver dello IABForum hanno assegnato il premio per la migliore start-up dell’anno. Ha vinto Iubenda.
Ma la volete sapere la novità più bella di quest’anno allo IABforum? Il sushibar.