Il Censis conferma che i giovani si informano prevalentemente sulla rete. Ma regge lo zoccolo duro degli anziani che preferiscono i media tradizionali.

Nel terzo dei quattro incontri che il Censis dedica nel mese di giugno alla “società impersonale”, emerge quanto segue:

“Oggi i consumi mediatici di giovani e anziani sono diametralmente opposti, con i primi posizionati sulla linea di frontiera dei new media e i secondi distaccati, in termini di quote di utenza, di decine di punti percentuali”.

Se andiamo nel dettaglio di ciò che rivela il Censis, scopriamo che la percentuale di giovani che utilizza internet è addirittura del 90,8%, ma il dato crolla clamorosamente quando parliamo di anziani: solo il 24,7% di loro ha a che fare con la rete.

I canali di YouTube sono visionati per il 79,9% dai giovani e per il 5,6% dagli anziani; Facebook è terreno fertile per il 79,7% dei giovani ma è arido per gli anziani con solo il 7,5%.

Passando agli smartphone di ultima generazione, scopriamo che il 54,8% degli under 30 li utilizza regolarmente per restare connessi col mondo, mentre tra gli over 65 solo il 3,9% ne possiede uno.

Per quanto riguarda infine la cosiddetta Web Tv, i giovani che la guardano sono il 39,1%, esattamente dieci volte tanto la percentuale degli anziani che è ferma al 3,9%.

Altro dato importante rivelato dal Censis riguarda l’informazione, dove la centralità dei telegiornali classici la fa ancora da padrone, dato che l’80,9% degli anziani li utilizza come fonte principale di informazione, mentre i giovani preferiscono informarsi in rete principalmente con Google (65,7%) e Facebook (61,5%).

Questi dati confermano lo spostamento sempre più corposo della massa dei giovani verso il web, luogo dove per un editore è sempre più necessario essere presenti, se si vuole raggiungere il target delle nuove generazioni, per non parlare dei nativi digitali che i media tradizionali sanno a malapena cosa siano.

Conferma tutto il Censis con questa nota:

“Questi sono i dati più esplicativi del ciclone che si è abbattuto sull’apparato mediatico tradizionale, della tendenziale riduzione al singolo delle leve dell’informazione, dell’autodominio del soggetto nella comunicazione. Soprattutto per i giovani le strategie di adattamento nell’ambiente dei media digitali sono improntate al nomadismo – la molteplicità dei media a disposizione li spinge a passare dall’uno all’altro – e al disincanto – l’integrazione dei mezzi determina l’assenza di una vera e propria prospettiva gerarchica tra di essi: per loro le notizie apprese da un tg o da un quotidiano valgono quanto quelle trovate sul web”.

Ancora novità da Facebook: dopo Graph Search ecco il nuovo NewsFeed.

Zuckerberg scatenato: dopo il motore di ricerca Graph Search, lancia il nuovo NewsFeed. Migliorerà il flusso di aggiornamenti degli amici.

Dopo il lancio a gennaio di Graph Search (ne ho parlato qui), è in arrivo l’ultima idea di Mark Zuckerberg per portare Facebook ancora più in alto. Si tratta di un nuovo look per quanto riguarda il NewsFeed, cioè la sezione in cui vediamo scorrere in tempo reale gli aggiornamenti che arrivano dai nostri amici.

Il guru di Facebook l’ha presentato così ai giornalisti presenti nel quartier generale di Menlo Park: “Vogliamo dare a tutti i nostri utenti sparsi per il mondo la possibilità di sfogliare il più grande giornale personalizzato possibile, grande ma anche ricco di contenuti e strabiliante da vedere”.

La novità metterà d’accordo anche tutte le categorie di navigatori: da chi utilizza i tradizionali pc a chi è ormai passato a smartphone e tablet. Il ruolo da protagonista di questa piccola grande rivoluzione di Facebook ce l’avranno le fotografie, regine incontrastate del Social Network e che da sole compongono circa il 50% del materiale messo in “share” dagli utenti. Ecco infatti la scelta di dare ancora più impatto alle foto pubblicate dal popolo di Facebook, ma anche ai video e ai contenuti testuali.

Questa innovazione permette anche di dare una strizzatina d’occhio agli inserzionisti pubblicitari che trarranno i loro benefici da un maggior appeal estetico e grafico delle pagine.

“Ci siamo accorti, negli ultimi mesi, che stava cambiando il modo con cui gli utenti di Facebook mettevano in condivisione i contenuti ha svelato Zuckerberg “e quindi abbiamo preso la palla al balzo per modificare la modalità di fruizione del nostro NewsFeed, proprio per agevolare questo cambiamento in atto”.

Il nuovo layout, visibile sulla destra della pagina, sarà quindi disegnato per mettere ordine al continuo flusso di contenuti in arrivo dai nostri amici, con la possibilità di filtrare meglio ciò che si vuole rendere visibile e decidere anche che tipo di contenuti mostrare a amici e non amici: solo foto, solo video, solo contenuti di testo o tutto insieme.

Per non creare troppo panico tra gli utilizzatori poco avvezzi alle novità, le teste pensanti di Facebook hanno deciso di lasciare intatta l’opzione che permette di vedere l’attività dei nostri contatti in ordine cronologico.

C’è chi dice che questa innovazione sia un’anteprima di Graph Search, il motore di ricerca con cui Facebook intende combattere la supremazia di Google, e che permetterà di andare a curiosare tra tutte le condivisioni e gli scambi di contenuti presenti sul Social.

La rivoluzione avverrà però per gradi e sarà quindi una “dolce rivoluzione”: chi volesse fare uno spuntino si accomodi pure qui.

Graph Search, il motore di ricerca di Facebook contro il dominio di Google.

Il 2013 di Facebook si è aperto all’insegna della “guerra a Google”.

Mark Zuckerberg, stanco di sentirsi umiliato sul fronte delle ricerche sul web, ha pensato di creare un suo personale motore di ricerca sociale che danneggi il colosso di Mountain View azzannandolo da un’angolazione diversa da chi ci ha provato in passato (vedi Bing).

Zuckerberg, a differenza di Brin e Page, i creatori di Google, non vuole una “web search”, ma una “graph search”, un mega sistema che vada curiosare tra i miliardi di contributi inseriti dagli utenti sul “suo” Facebook: dati, immagini, testi, connessioni, condivisioni, video etc.

In questo modo, cercando una determinata parola, Facebook fornirà un quadro completo della situazione ( grazie a 240 miliardi di immagini e mille miliardi di interconnessioni generate da un miliardo di utenti) che mette insieme i risultati di quella ricerca. Con conseguente pubblicità mirata, naturalmente.

Per meglio capire la differenza tra i due attuali mostri sacri del web, diciamo che su Google si cerca tra il materiale “presente” sul web, mentre su Facebook il materiale arriva direttamente dalle pagine dei “nostri amici”. E quindi diventa più affidabile e più simile ai nostri desideri. E così su Graph Search (si chiamerà proprio così) potremo cercare “ristoranti di Roma frequentati dai miei amici”. E scusate se è poco.

Secondo gli esperti, Graph Search avrebbe tra le mani un tesoro che potrebbe davvero far male a Google: la condivisione degli argomenti e delle informazioni tra gli esseri umani, cosa che a Mountain View non hanno.

L’idea però non ha avuto un buon impatto con le Borse. Sembra infatti che i titoli dei Social Network abbiano perso qualcosina dopo l’annuncio di Zuckerberg, che oltre agli affari ha dovuto pensare a come fronteggiare il discorso legato alla privacy dei contenuti che serviranno per far funzionare il Graph Search. Il guru dei Social Network ha infatti dovuto ricorrere a un nuovo algoritmo fatto in casa che servirà proprio ad evitare grane legate al privato del popolo di Facebook: le ricerche avverranno solamente con l’utilizzo di materiale preventivamente condiviso da chi lo ha “postato”.

Se vi è venuta voglia di saperne di più, andate a curiosare qui.

Facebook, si cambia: la timeline su due colonne non è piaciuta agli utenti.

Ogni tanto sbagliano anche i grandi.

E’ successo a Mark Zuckerberg che ha dovuto fare marcia indietro sulla sua idea del Diario (Timeline) a due colonne sulle pagine di Facebook.

Già si era sollevato un polverone tra gli utenti quando l’ideatore di Facebook aveva deciso di introdurre  la novità del Diario stesso.

Adesso, dopo che il popolo di Facebook si era ormai rassegnato alla novità, è partita la protesta sul passaggio del Diario da una a due colonne. E stavolta pare che Zuckerberg abbia accettato il parere della gente. Dunque, il social network più famoso del mondo, potrebbe tornare alle origini, riportando la Timeline delle pagine a una colonna.

La notizia è apparsa su Mashable, secondo il quale lo staff di Zuckerberg starebbe testando un nuovo layout grafico delle pagine Facebook degli utenti con un unico spazio a sinistra per i post, e il conseguente spostamento sulla destra dello spazio dedicato agli amici e alle applicazioni. A differenza del formato attuale su due colonne che prevede i post e le notizie sui due lati della pagina, cosa che, a detta di molti utenti, è dispersiva e costringe a guardare sia a destra che a sinistra aumentando la difficoltà di fruizione della pagina.

La protesta degli utenti si è addirittura ritorta contro Zuckerberg che si è visto creare una pagina Facebook  dal nome “Odio la Timeline di Facebook e voglio cambiarla subito” che ha scatenato immediatamente il “mi piace” di migliaia di persone.

Mashable anticipa anche che la nuova veste delle pagine Facebook sarà ispirata al vecchio look, con i post più in evidenza a centro pagina con la relativa emarginazione di amici, aggiornamenti e applicazioni  che avrebbero uno spazio minore.

Però non si sa ancora nulla di preciso sulla data di (ri)lancio del Diario di Facebook.

Vecchie forme di comunicazione che funzionano ancora. O no?

Cernusco sul Naviglio, nei pressi della stazione della metropolitana. Mi imbatto in questo volantino appeso ad un cartello stradale in un posto strategico dove passano centinaia di persone e di pendolari. L’autore del messaggio (che non è Tiscali, come pensate, ma una società locale di telefonia) in barba a internet, ai Social e alle nuove forme di comunicazione sulla rete, ha deciso di utilizzare la più antica forma di pubblicità. Funzionerà? Credo di si, e lo dico contro i miei attuali interessi di business. Però se il committente avesse anche una pagina Facebook per dire la stessa cosa, sarebbe ancora meglio.