Le imprese sono sempre più convinte dell’importanza del Social Media Marketing.

Apriti cielo! Uno studio recente della società americana Jive, ha confermato un serio interessamento da parte degli Amministratori Delegati delle aziende americane ( e a ruota quelle europee) verso il Social Media Marketing e una volontà concreta di inserire questa attività nel  futuro prossimo del loro Marketing Mix.

Il 67% degli intervistati ha catalogato i media sociali come “un nuovo ed efficace metodo per parlare ai clienti e coinvolgerli nelle scelte di marketing”.

Il 78%, ammettendo l’importanza di una “Strategia Sociale” all’interno dei piani di marketing aziendale,  ha sottolineato come  i Social Network offrano ai clienti la straordinaria possibilità di parlare (nel bene e nel male) dei loro prodotti  e delle loro scelte aziendali. E questo è  vitale per il futuro dell’azienda, perché permette di aumentare la trasparenza e la lealtà nei confronti dei clienti, ma anche dei diretti concorrenti.

Quindi spazio a Facebook, Twitter e al nuovo nato Google+: solo con l’utilizzo continuo e appassionato di questi strumenti le aziende saranno capaci di attrarre più clienti e quindi più fatturato. In particolare, le aziende che hanno deciso di investire sul commercio elettronico, dovranno fare in modo di attivare questa tipologia di vendita anche sulle reti sociali, con la convinzione che, oggi, il mercato ha piantato le tende (e le bancarelle) anche lì, sui Social Network.

Era ora che anche gli AD se ne accorgessero.

“Un italiano su due utilizza internet”: care aziende, non è arrivato il momento di svegliarsi?

Il nono Rapporto del Censis-Ucsi sulla comunicazione parla chiaro: crescono in maniera esponenziale gli italiani che navigano in rete. Per l’esattezza sono il 53,1% (+6,1% rispetto al 2009), quindi più di un italiano su due che va su internet a “fare qualcosa”. Si informa, si diverte, dialoga con altra gente, ascolta musica, scambia foto etc… Ma fa anche altre cose, tra cui scegliere un prodotto piuttosto che un altro, decidere di andare in vacanza in un determinato agriturismo toscano o in un preciso villaggio turistico siciliano. Navigando decide anche da quale dentista andare a farsi curare una carie o a quale idraulico affidare le cure del suo lavandino che si è rotto. Il 53,1% degli italiani va quindi su internet per fare un sacco di cose. E tra queste cose può quindi esserci anche quella di venire a visitare il vostro sito, il vostro blog o la vostra pagina Facebook, sempre che abbiate tutto ciò*. E se ci capita sopra, non è necessariamente perchè glielo avete detto voi, ma perchè ci è arrivato da Google tramite una particolare ricerca di parole chiave o perchè ha letto di voi su un blog o su un forum o, come accade sempre più spesso ha sentito parlare di voi su Facebook o su Twitter.

Direi che è quindi arrivato il momento di cogliere questa opportunità e capire, una volta per tutte, che se volete aumentare le vostre vendite e promuovere meglio i vostri prodotti e i vostri servizi, esiste un modo efficace per farlo: comunicare sulla rete. La gente è lì. E aspetta che voi gli diciate qualcosa. O che glielo dicano gli altri naviganti. ma in questo caso dovete esserci, e ogni giorno che passa è un giorno buttato via.

*avete un’attività e non avete ancora un sito, un blog o una pagina Facebook? Parliamone. Senza impegno, davvero.

Un’azienda italiana su due trova nuovi clienti grazie ai Social Network.
E la tua, cosa aspetta?

In un sondaggio condotto da Regus basato sulle risposte di 17.000 manager e imprenditori di 80 Paesi, è emerso un netto aumento del numero delle aziende che utilizzano i Social Network per arrivare a nuovi clienti. E’ salito infatti al 48% il numero delle aziende italiane che sono riuscite ad acquisire nuovi clienti grazie alle attività di social networking aziendale.
Il sondaggio rivela che il 52% delle aziende mondiali e il 53% di quelle italiane utilizza frequentemente Twitter e Facebook per mantenere i contatti con i clienti esistenti. In particolare, in Italia, il 42% delle aziende consiglia e stimola i clienti e  i propri dipendenti ad iscriversi a Linkedin, Xing e Viadeo, rispetto al 53% del dato delle aziende mondiali. Il 33% delle aziende italiane dedicano fino al 20% del proprio budget di comunicazione alle attività di Social Networking aziendale. Il fenomeno del Social Networking  non è più, quindi, solamente un simpatico passatempo, ma si rivela una importanza necessità per aumentare contatti e fatturato.

E voi, cosa aspettate? Parliamone.

Contrordine: la Moratti ci ripensa e scatena il pandemonio su Facebook.

Qualche giorno fa segnalavo in un post l’errore strategico dello staff di Letizia Moratti che, dopo il discusso faccia a faccia con lo sfidante Giuliano Pisapia, aveva lasciato la pagina Facebook completamente incustodita dall’assalto dei commenti dei sostenitori del candidato del PD. Poi sono arrivati i risultati del primo turno elettorale che hanno punito il sindaco in carica e da lì è scattata la molla e il tentativo di salvare il salvabile partendo proprio dalla pagina del Social Network più diffuso al mondo.

E così, come se avessero letto le mie parole, i collaboratori del sindaco di Milano hanno deciso di intervenire drasticamente con un’azione radicale di rinnovamento della pagina fan. Via la vecchia pagina e spazio ad una nuova fan page che, pur rispondendo allo stesso url di prima (www.facebook.com/morattiletizia), presenta una nuova grafica e addirittura un nome nuovo: MiRispondi.it che porta ad un sito dedicato che raccoglie le domande dei cittadini che hanno qualcosa da chiedere a Letizia Moratti. A differenza di prima, adesso ci sono dei moderatori che partecipano alle discussioni piuttosto animate (alcuni messaggi pare vengano censurati) e che invitano a rivolgersi al sito MiRispondi per le domande dirette al candidato sindaco di Milano.

Fin qui dunque tutto corretto, una buona azione di Web Marketing che ha rianimato (pure troppo) la pagina Facebook della Moratti alzando anche il numero degli iscritti (ci tornerò più avanti) grazie al palleggio tra Social Network e sito dedicato. Io ritengo comunque che tra la situazione di abbandono di prima e la bulimia di interventi di adesso ci debba essere una giusta via di mezzo.

Ci sono però due cose da sottolineare. La prima è che la foto della Moratti è decisamente datata e questo non mi sembra corretto, perchè in campagna elettorale bisognerebbe apparire come si è al momento della discesa in campo. La seconda è una questione legata al nome MiRispondi, che rischia di essere accusato di plagio dall’architetto Stefano Boeri, che ai tempi delle primarie del centrosinistra a Milano aveva costruito la sua campagna proprio su un gioco di parole legato alla sigla MI che diventava anche pronome: MIRisponde (la vedete qui sotto).

Ma torniamo alla nuova veste della pagina Facebook di Letizia Moratti perchè c’è un’altra cosa curiosa che vorrei segnalarvi e che riguarda il numero degli iscritti o, per essere precisi, il numero di “persone a cui piace questo elemento”che, al momento in cui scrivo, ha raggiunto l’importante cifra di 33000 like. Se consideriamo che fino a tre-quattro giorni fa il numero dei like era di poco più di 3000, viene da chiedersi come sia potuta accadere una cosa del genere. E così sulla pagina Facebook si moltiplicano i commenti di chi si chiede, per esempio, come sia possibile che “Gli iscritti a questa pagina, dopo essere stati costanti per settimane con crescita modesta fino a 5000, si sono impennati fino a 30000 nel giro di tre giorni in modo palesemente anomalo”. O come mai “i commenti sulla pagina siano passati da qualche decina a 1800 al giorno.”. Un rebus a cui la blogosfera sta tentando di dare una soluzione. Qui trovate, per esempio, una interessante discussione tra addetti ai lavori che stanno tentando di capire come tutto ciò sia potuto accadere.

Essere primi sui motori. Google ha deciso: verranno premiati solo i contenuti originali.

Quando parliamo delle ricerche su internet, il nostro pensiero corre subito a Google. Ma il colosso di Mountain View ha  deciso che quelle ricerche necessitano di un ulteriore miglioramento e così è stato messo mano nuovamente all’algoritmo che stabilisce il posizionamento delle pagine all’interno del motore di ricerca. Google premierà solamente quei siti che conterranno informazioni originali e penalizzerà invece quelli creati automaticamente da aggregatori con meccanismi di “reverse engineering”.  In sostanza, verranno premiate quelle pagine che riportano al loro interno contenuti creati da zero e non quelli duplicati da altri siti al solo scopo di scalare le SERP.

Il dito è stato puntato sulle numerose “content farm” che utilizzano tecniche particolari per la generazione di pagine che, alla lunga, risultano essere di scarso interesse per il navigatore che le ha cercate. Via libera quindi all’originalità e alla creatività dei contenuti, perchè così facendo verranno premiati quei siti e quei blog che dimostreranno di possedere al loro interno contenuti originali e interessanti sia per Google che per il lettore che li andrà a consultare.

Chi resterà fortemente penalizzato da questa rivoluzione semantica sono tutte quelle aziende appartenenti alla galassia denominata “Demand Media” che hanno costruito la loro fortuna sulla realizzazione di quel genere di contenuti che adesso Google ha deciso di penalizzare. Molte di queste aziende, infatti, all’uscita della notizia hanno subito un rimbalzo negativo alla borsa di New York.

Il cambio di rotta, al momento, è attivo solamente negli Stati Uniti, ma presto arriverà anche in Europa.