Alessia Argento, Product Marketing Responsible presso Mercedes Benz Italy, racconta perché Mercedes ha deciso di aprire un corporate blog.
Categoria: Casi di successo
Perché aprire un corporate blog.
Complimenti a Costa Crociere: ecco come si gestiscono blog e social network in caso di naufragio.
La tragedia la conosciamo tutti, purtroppo, anche i muri. E’ proprio per questo motivo che non voglio tornare su quanto successo all’isola del Giglio, perché se ne sta già parlando in decine di altri siti e blog.
Lo scopo di questo post è quello di raccontare la professionalità e la scelta strategica adeguata con cui l’azienda Costa Crociere ha voluto comunicare, e di conseguenza gestire, la vicenda e il probabile disastro d’immagine che poteva scatenare.
La notte dell’incidente, quando ancora nessuno tra i principali siti di informazione aveva pubblicato la notizia, sul blog ufficiale di Costa Crociere sono apparsi due post (all’una e alle cinque del mattino) dal contenuto molto formale in cui si comunicava ciò che stava accadendo nei pressi del Giglio. Qui il primo post e qui il secondo.
Andando a memoria, credo che si tratti della prima volta in cui un’azienda italiana in un momento tragico e delicato come quello del naufragio di una sua nave, decide di informare così tempestivamente la clientela attraverso la rete. E facendolo senza farsi prendere dal panico e quindi sfruttando la rete nel modo migliore.
Un blog aziendale non è una vetrina o un catalogo prodotti. Un blog aziendale è un posto, uno spazio, una bacheca, in cui poter comunicare cose che non riguardano necessariamente l’aumento del fatturato e delle vendite. E Costa Crociere questo lo sa bene e la testimonianza di ciò l’abbiamo avuta sotto gli occhi la notte della tragedia.
Inoltre l’azienda ha anche dimostrato di sapersi muoversi nel rutilante mondo dei social network, decidendo di lasciare aperta a tutti la bacheca della pagina Facebook.
Un comportamento che alla lunga ha pagato: infatti il commento delle 5 di notte pubblicato su Facebook , è piaciuto a 2.811 persone.
E scusate se è poco.
Omsa, che caos!
Da Omsa, che gambe! a Omsa, che caos!
Si evolve così il claim della nota azienda di calze da donna di Faenza che è al centro di un caso di cui stanno parlando un po’ tutti i media, digitali e non.
La storia è questa: lo scorso 27 dicembre, 239 lavoratrici della Omsa si sono viste recapitare un fax dalla dirigenza in cui si comunicava l’intenzione di interrompere il rapporto di lavoro al termine della cassa integrazione previsto per il prossimo marzo.
Da qui l’idea di attivare su Facebook una campagna di boicottaggio delle linee di prodotto dell’intero gruppo Golden Lady (di cui Omsa fa parte), ossia i brand: Golden Lady, Omsa, SiSi, Filodoro, Philippe Matignon, NY Legs, Hue e Arwa.
La campagna di boicotaggio della Golden Lady sta avendo un incredibile successo. E’ stata infatti creata una pagina Facebook dedicata alla protesta chiamata Bomsa. Boicotta Omsa e che ha sommato in pochi giorni già 4.694 “mi piace” con numerose interviste alle operaie coinvolte, interventi dei principali partiti politici a favore della vertenza e commenti di solidarietà giunti da tutta Italia.
La ciliegina sulla torta, una torta evidentemente amara per il gruppo di Faenza, è la creazione di un evento pubblico sempre su Facebook, previsto per il 31 gennaio e ribattezzato “Mai più Omsa“, la cui pagina Facebook, nata da qualche giorno, ha già raccolto 24.866 aderenti al boicottaggio (la crescita è di più di dieci al minuto): chiunque scegliesse di cliccare sul bottone “parteciperò”, si impegna a non acquistare prodotti Omsa e Golden Lady e a invitare amici e conoscenti a fare lo stesso.
Un’ altra piccola rivoluzione digitale.
Appuntamento con Ornella Vanoni sulla prima pagina di Google.
In un post di qualche giorno fa riportavo le mie impressioni sull’apertura dell’account di Twitter da parte di Ornella Vanoni.
Il giorno dopo, digitando Ornella Vanoni su Google (nella categoria blog), il mio post figurava in prima posizione (vedi foto).
Al momento in cui scrivo, il post è scivolato in quinta posizione, ma è sempre in prima pagina. Un piccolo esempio di come si possa finire nella prima pagina dei motori di ricerca con una determinata keyword, in questo caso Ornella Vanoni, stando attenti a rispettare quelle piccole regole che permettono al post di arrivare così in alto nelle ricerche.
Se la cosa vi ha incuriosito e volete saperne di più, contattatemi pure. Sarò lieto di raccontarvi altri dettagli.
Osservatorio Twitter: Ornella Vanoni.
Complimenti a Ornella Vanoni.
Già la stimavo prima perché è una delle mie cantanti preferite, adesso poi che ho scoperto che è superattiva anche nei social network, la apprezzo ancora di più.
Ornella, infatti, il 2 novembre scorso ha aperto il suo account Twitter (foto sotto) e comunica spasmodicamente con i suoi follower (già 340 al momento in cui scrivo) come se fosse una ragazzina del liceo che sprizza euforia e tecnologia da tutti i tweet.
Non è facile tenere botta a tutti i fan che rispondono ad ogni cosa che scrivi. Lei ci riesce.
E’ vero che è passata solo una settimana dall’apertura dell’account, ma credo che Ornella riuscirà a conservare la freschezza e la cura dei contenuti che leggiamo in tutti i suoi cinguettii.
Tutti gli artisti dovrebbero interagire con i propri fan così come fa Ornella, perchè le nuove regole del mercato lo impongono. E questo non vale solo per una cantante, per un attore o per uno scrittore. Vale anche per tutti quelli che hanno un attività grazie alla quale si trovano a dover comunicare quotidianamente con i clienti (fan).
E adesso, il mercato, si svolge qui, sulla rete. E gli stand si chiamano Facebook, Twitter, YouTube, Blog etc.
E poi, sinceramente, Ornella in quella foto in bianco e nero è bellissima. In quella foto c’è tutta la Milano di una volta.
Ora basta, devo andare perchè ho un appuntamento.